E’ interessante che a fare la tara della vita vissuta da
Aldo e Vanda siano i due figli, cioè la generazione successiva.
E’ verosimile il rapporto tra Aldo e Vanda, tanto che leggerne lo sviluppo tra le righe del romanzo può essere scioccante. Un uomo inetto, totalmente anafettivo, che rinuncia alla felicità per il senso del dovere e dell’etica che lo vuole sposo e padre. Una donna semplice e pratica che non ha desideri, ambizioni personali tranne quelle di conformarsi al suo proprio ideale di felicità (che pare corrispondere al cliché della famiglia medio borghese degli anni ’70): nel momento in cui il tradimento del marito infrange il sogno di felicità di Vanda, questa non potrà più perdonare l’uomo ed entrambi vivranno nella rassegnazione di ciò che è accaduto.
E’ verosimile il rapporto tra Aldo e Vanda, tanto che leggerne lo sviluppo tra le righe del romanzo può essere scioccante. Un uomo inetto, totalmente anafettivo, che rinuncia alla felicità per il senso del dovere e dell’etica che lo vuole sposo e padre. Una donna semplice e pratica che non ha desideri, ambizioni personali tranne quelle di conformarsi al suo proprio ideale di felicità (che pare corrispondere al cliché della famiglia medio borghese degli anni ’70): nel momento in cui il tradimento del marito infrange il sogno di felicità di Vanda, questa non potrà più perdonare l’uomo ed entrambi vivranno nella rassegnazione di ciò che è accaduto.
Una riflessione sul pubblico cui è rivolto questo libro: chi
può leggerlo? Chiunque ovviamente. Ma, analogamente alla macchina narrativa di
Starnone, proviamo ad prevedere le reazioni dei lettori.
Prendiamo una coppia di sposi affiatatissima, una di quelle
coppie in cui i due si tengono ancora per mano mentre passeggiano, a
settantanni e passa di età. Beh, durante la lettura si potrebbero risvegliare
dubbi sopiti, sospetti taciuti su turni di lavoro anomali, trasferte inattese,
silenzi oscuri, telefonate chiuse frettolosamente; o magari questa coppia
potrebbe essere sollevata, nel pensare: “come siamo fortunati, a noi non è
successo” rinvigorendo un amore saldo e teneramente vissuto.
Uomini e donne di mezza età, sotto le sferzate della calura
estiva, che odiano quell’uomo o detestano quella donna. Figli adulti che
messaggiano alla sorella, al fratello: “Chissà cosa ci hanno tenuto nascosto…
Ma te la ricordi quella collega di papà?” o che si danno appuntamento per una serata-verità
nella casa di campagna, alla ricerca di indizi, memorie… Una rivalutazione
dell’esistenza.
E gli adolescenti, oggi. Oggi che tante famiglie sono esplose, che impera
il divorzio veloce – sancito anche dalla legge, ormai – oggi che il mondo etico
e famigliare è diviso tra quelli che “se i rapporti non vanno è inutile andare
avanti, meglio troncare e cercare altrove la felicità” e quelli che “bisogna
saper sopportare, mantenere un matrimonio è un affare difficile e duro, ma il
vincolo c’è e bisogna preservarlo”….
Un libro del genere per un adolescente è esplosivo: potrebbe
trovare le argomentazioni utili per spiegarsi aspetti del proprio carattere:
“Ecco perché sono sempre così a disagio” La colpa non è mia, è dei miei, è per
loro se sono così!”
Potrebbero prendere posizione con uno o l’altro coniuge,
diventare degli sdraiati di serriana memoria (tanto la colpa è dei miei, mica
mia), empatizzare con il povero Aldo o provare ammirazione per l’eroica madre
Vanda…
Potrebbero, i giovani, usare il libro contro i propri
genitori: “Vi rendete conto che sto scontando tutte le vostre malefatte
reciproche!?!”
Certo è che, pur nella semplicità della storia, pur nella
stereotipata vicenda e nelle altrettanto stereotipate reazioni, ogni lettore
troverà in questo romanzo un motivo di discussione, di riflessione, di
condivisione, che sia con un parente o con il vicino di ombrellone.
E allora, forse, l’ex prof. Starnone ha raggiunto ancora una
volta l’obiettivo, che non è esattamente quello di intrattenere, ma quello di
suscitare una reazione nel lettore.
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