domenica 9 agosto 2015

Lacci 3 - il pubblico



E’ interessante che a fare la tara della vita vissuta da Aldo e Vanda siano i due figli, cioè la generazione successiva.
E’ verosimile il rapporto tra Aldo e Vanda, tanto che leggerne lo sviluppo tra le righe del romanzo può essere scioccante. Un uomo inetto, totalmente anafettivo, che rinuncia alla felicità per il senso del dovere e dell’etica che lo vuole sposo e padre. Una donna semplice e pratica che non ha desideri, ambizioni personali tranne quelle di conformarsi al suo proprio ideale di felicità (che pare corrispondere al cliché della famiglia medio borghese degli anni ’70): nel momento in cui il tradimento del marito infrange il sogno di felicità di Vanda, questa non potrà più perdonare l’uomo ed entrambi vivranno nella rassegnazione di ciò che è accaduto.

Una riflessione sul pubblico cui è rivolto questo libro: chi può leggerlo? Chiunque ovviamente. Ma, analogamente alla macchina narrativa di Starnone, proviamo ad prevedere le reazioni dei lettori.
Prendiamo una coppia di sposi affiatatissima, una di quelle coppie in cui i due si tengono ancora per mano mentre passeggiano, a settantanni e passa di età. Beh, durante la lettura si potrebbero risvegliare dubbi sopiti, sospetti taciuti su turni di lavoro anomali, trasferte inattese, silenzi oscuri, telefonate chiuse frettolosamente; o magari questa coppia potrebbe essere sollevata, nel pensare: “come siamo fortunati, a noi non è successo” rinvigorendo un amore saldo e teneramente vissuto.

Uomini e donne di mezza età, sotto le sferzate della calura estiva, che odiano quell’uomo o detestano quella donna. Figli adulti che messaggiano alla sorella, al fratello: “Chissà cosa ci hanno tenuto nascosto… Ma te la ricordi quella collega di papà?” o che si danno appuntamento per una serata-verità nella casa di campagna, alla ricerca di indizi, memorie… Una rivalutazione dell’esistenza.

E gli adolescenti, oggi. Oggi  che tante famiglie sono esplose, che impera il divorzio veloce – sancito anche dalla legge, ormai – oggi che il mondo etico e famigliare è diviso tra quelli che “se i rapporti non vanno è inutile andare avanti, meglio troncare e cercare altrove la felicità” e quelli che “bisogna saper sopportare, mantenere un matrimonio è un affare difficile e duro, ma il vincolo c’è e bisogna preservarlo”….
Un libro del genere per un adolescente è esplosivo: potrebbe trovare le argomentazioni utili per spiegarsi aspetti del proprio carattere: “Ecco perché sono sempre così a disagio” La colpa non è mia, è dei miei, è per loro se sono così!”
Potrebbero prendere posizione con uno o l’altro coniuge, diventare degli sdraiati di serriana memoria (tanto la colpa è dei miei, mica mia), empatizzare con il povero Aldo o provare ammirazione per l’eroica madre Vanda…
Potrebbero, i giovani, usare il libro contro i propri genitori: “Vi rendete conto che sto scontando tutte le vostre malefatte reciproche!?!”

Certo è che, pur nella semplicità della storia, pur nella stereotipata vicenda e nelle altrettanto stereotipate reazioni, ogni lettore troverà in questo romanzo un motivo di discussione, di riflessione, di condivisione, che sia con un parente o con il vicino di ombrellone.
E allora, forse, l’ex prof. Starnone ha raggiunto ancora una volta l’obiettivo, che non è esattamente quello di intrattenere, ma quello di suscitare una reazione nel lettore.

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