Il libro,
nell’edizione originale, è pubblicato da EL, una branca di Einaudi Ragazzi; la
casa editrice lo consiglia a lettori di almeno 12 anni.
Si tratta di un
romanzo di formazione: la questione dei furti è secondaria rispetto al tema
della crescita di Marco e Giulia. Inoltre i tre amuleti che Ken regala ai suoi
nuovi amici identificano i valori nuovi che i ragazzi incarneranno una volta
oltrepassata la soglia del mondo adulto: il coraggio sarà il valore-guida di
Marco, la responsabilità quello di Giulia, mentre il piccolo Tommaso – per via
dei suoi otto anni – sarà la personificazione dell’innocenza.
Tommaso
rielaborerà subito in maniera personale il messaggio del ciondolo: “Io sono
sempre innocente, capito Giulia? Non sarà mai colpa mia!” Per la sorella e per
Marco invece il processo di elaborazione e la conseguente identificazione con
il ciondolo saranno più complessi: occorrerà un’avventura per far emergere nei
due adolescenti le qualità indicate dalla giada.
Quindi un libro
che parla della crescita, della strada che ognuno deve percorrere per trovare
il proprio posto nel mondo.
Ma, come
ricordavo nell’introduzione, questo dovrebbe essere un libro noir. Se un
ragazzo andasse su Wikipedia per cercare una definizione di romanzo noir,
troverebbe un solo collegamento col libro di Pasqualotto: l’ambiente boschivo
di Valserra, che appunto è misterioso e oscuro, quindi noir, dal francese “nero, scuro”.
Ma nelle
antologie scolastiche di medie e superiori il genere noir è classificato come sottogenere del romanzo giallo o – più
precisamente – poliziesco. Secondo i manuali scolastici poi, la caratteristica
principale del noir è che il lettore
conosce le vicende dal punto di vista del criminale: almeno una parte
(considerevole e fondamentale) di ciò che accade viene descritta puntando la
telecamera sul malfattore, il lettore ne conosce i pensieri ed entra in
contatto con la mentalità delittuosa del malvagio.
Nel libro di
Pasqualotto tutto questo manca e – a dirla tutta – il crimine e la sua
soluzione (peraltro abbastanza scontata) sono utilizzati dall’autore solo per
offrire una conclusione rocambolesca ed avventurosa al percorso di crescita dei
ragazzi.
Resta un
cruccio, al lettore più grande: ma allora, se non è quello di Pasqualotto, se
non è quello dei manuali scolastici, il Noir
che cos’è? Forse ci daranno una risposta gli altri volumi della collana edita
dall’Espresso…
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